Prima del suo debutto a Milano Donna, il nuovo direttore creativo di Gucci, il georgiano Demna Gasvalia, ha voluto dare al pubblico un assaggio di quella che è la sua visione nel ridisegnare la maison, ripartendo dalle origini, dalle fondamenta di Gucci, dalla Famiglia.
Stavolta Gucci ha scelto di non calcare le passerelle della Milano Fashion Week con la consueta sfilata, preferendo presentare a Milano la collezione Primavera-Estate 2026 con un evento per pochi intimi in programma il 23 settembre. La vera sfilata si terrà a Milano il prossimo febbraio 2026.
Martedì 23 settembre a Milano inoltre verrà proiettato invece The Tiger, film diretto da Jonze e Reijn e ispirato ai personaggi de La Famiglia, con Demi Moore tra i protagonisti.
Ma tutti questi eventi sono preceduti alla loro vigilia da un lookbook, una nuova storytelling ricco di “personaggi” ironicamente incorniciati in ogni foto, che rappresentano con i loro outfit lo stile iconico della maison. Una sorta di album genealogico diffuso online a livello globale, il giorno prima di presentare a Milano a pochi eletti la collezione intera. L’album intitolato “La Famiglia”, è firmato dalla fotografa statunitense Catherine Opie. Sui social non si parla di altro.
Demna ha guardato indietro, alla radici della maison, a Guccio Gucci e alla valigeria. Mentre gli altri personaggi prendono ispirazione da personaggi che ruotano attorno alla maison. Ma l’album strizza anche l’occhio ai fans di House of Gucci il nome della collezione: La Famiglia.
Così ha inizio la Demna Era da Gucci. Con La Famiglia, tanti ritratti come presi da un album di ricordi con cui Demna esplora tutte le sfumature della “Gucciness”, l’essenza di Gucci come visione e linguaggio estetico condiviso. I codici della maison si riflettono nei ritratti di Catherine Opie come in un albero genealogico ideale: una costellazione di personaggi eclettici e sensibilità estetiche agli antipodi, sfaccettature estrose dell’anima multiforme e sempre in evoluzione di Gucci.
Il lookbook si apre con L’Archetipo, un baule da viaggio percorso dal monogramma,
richiamo alle origini della maison radicate nel mondo della valigeria di lusso, subito seguito
dall’Incazzata, con Mariacarla Boscono in cappottino rosso anni ’60, occhiali da sole e foulard sulla testa. A proposito del colore rosso, “Il mio rapporto con la moda cominciò proprio con un cappotto rosso che mi venne negato da piccolo” rivela Demna.
Un motivo a strisce cattura l’audacia felina e imprevedibile de La Bomba, mentre La Cattiva si ammanta dell’eleganza decisa di un’autentica femme fatale. Miss Aperitivo pensa solo a divertirsi, mentre L’Influencer è una fashionista fanatica dei
social. E, se La Mecenate, La Contessa in un abito Flora scuro con maniche scampanate d’agnello, Sciura con un cappotto azzurro in shearling, Primadonna incarnano manifestazioni diverse di un’unica eleganza tutta italiana, come Principino e La Principessa in un abito anni ’70 con fiocco rosa e piume. La Star è in abito da grand soiree nero: dall’acconciatura e dal make up sembrerebbe ispirarsi a Sophia Loren.
Un senso di squisita nonchalance filtra attraverso ogni gesto: una slingback dal tacco
basso, un sabot in morbida pelle. Non mancano riferimenti la glamour di Tom Ford e look più minimalisti, fra tubini ricamati, tailleur neri e capi in denim. Il filo conduttore della collezione è la sprezzatura, quell’eleganza italiana che sembra casuale senza esserlo. “Questo è come il mio anno Erasmus per Gucci. Credo che molte aspettative siano che io arrivi qui e faccia bomber oversize con il monogramma. Ma se qualcuno pensa questo, non ha capito nulla del mio lavoro” anticipa in un’ intervista esclusiva a WWD.
Con gli accessori i modelli distintivi tornano in nuove rivisitazioni: la borsa Gucci Bamboo 1947, un’icona dal fascino sempre attuale e innovativo, e l’emblematico mocassino Horsebit, introdotto dalla maison nel 1953, studiano nuovi volumi e proporzioni, mentre una rilettura notturna del motivo Flora affianca la sua variante più classica, immutabile ed eterna.
Il GG Monogram s’impone su ogni dettaglio: le iniziali di Guccio Gucci s’indossano in total look, dagli occhiali da sole ai mocassini – tutto o niente.
Le silhouette si alternano in un gioco di opposti: dall’opulenza massimalista di gioielli in
oro e lunghi cappotti adornati di piume alla sensualità neo-minimalista di capi aderenti
senza cuciture.
Il glamour contamina il guardaroba maschile delineando un’idea contemporanea della dolce vita, dove l’eleganza dell’abbigliamento da sera si traduce in set body con trasparenti e sofisticati costumi da bagno.
“Questo è come il mio anno Erasmus per Gucci. Credo che molte aspettative siano che io arrivi qui e faccia bomber oversize con il monogramma. Ma se qualcuno pensa questo, non ha capito nulla del mio lavoro” anticipa in un’ intervista esclusiva a WWD.
Si apprende infine che questi look saranno venduti soltanto in dieci boutique in tutto il mondo, tra cui in Italia solo a Milano, e solo dal 25 settembre al 12 ottobre, e a noi sembra una mossa furbissima per ricreare “il desiderio” della iconica griffe, che era evidentemente svanito.
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