Le 13 proposte al Governo per il settore dalla Camera Nazionale della Moda Italiana

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La Camera Nazionale della Moda Italiana (CNMI) ha presentato al Governo 13 proposte per il settore, come avviene ogni anno in occasione della presentazione della Legge di Bilancio. Il documento contenente proposte prioritarie ed essenziali per il comparto moda, con l’obiettivo di offrire ai decisori politici suggerimenti concreti e soluzioni operative a sostegno delle imprese e dell’intera filiera produttiva.

“In questo momento è necessaria, infatti – fa notare il documento –  una risposta legislativa forte e strutturata: in particolare, una norma specifica dedicata alla filiera della moda, che tuteli e riconosca il valore di chi opera correttamente e garantisca certezza del diritto e strumenti concreti per affrontare le sfide attuali e future delle imprese del comparto. Il quadro economico e geopolitico attuale rende questa edizione della Legge di Bilancio particolarmente delicata. Le tensioni internazionali, i dazi commerciali, la contrazione dei consumi in alcuni mercati chiave nonché l’impatto crescente dell’ultra fast fashion stanno generando un contesto complesso per uno dei settori industriali più rappresentativi dell’economia nazionale. Dopo due anni difficili, il sistema moda si trova ad affrontare sfide che non possono più essere gestite con interventi frammentari, ma che richiedono misure strutturali.

Con questo spirito, CNMI ha sottoposto all’attenzione del Governo tredici proposte che delineano una strategia organica di medio-lungo periodo, volte a rafforzare la competitività del Made in Italy. A differenza della crisi pandemica, che aveva una dimensione temporale limitata, oggi le imprese si confrontano con una complessità che rischia di diventare permanente.
Per questa ragione la politica industriale deve assumere connotati strutturali, offrendo alle aziende un quadro normativo stabile che consenta di rivedere i modelli organizzativi, investire in ricerca e competere sul mercato internazionale. Senza ovviare al benessere dei lavoratori.
Tra le misure principali, il documento propone la proroga e il potenziamento del credito d’imposta per le attività di design e ideazione estetica, insieme al rifinanziamento delle misure di digitalizzazione 4.0 attraverso una riallocazione efficiente delle risorse non utilizzate del Piano Transizione 5.0. Sul fronte delle competenze, CNMI sollecita incentivi per il trasferimento generazionale dei saperi artigianali, il rafforzamento delle Academy aziendali e strumenti che favoriscano la partecipazione delle aziende capofila
nel sostegno alle realtà manifatturiere e artigianali che sono le prime a percepire e subire la difficoltà.
In tema di internazionalizzazione, le proposte includono un credito d’imposta per le esportazioni verso gli Stati Uniti, colpite dai nuovi dazi, e misure dedicate all’espansione dei brand italiani in Messico e nei Paesi del Mercosur. È inoltre prevista l’istituzione di un Fondo per la diffusione internazionale dei valori e dell’immagine della Moda, destinato a sostenere le attività promosse da CNMI – come, ad esempio, la Milano Fashion Week – che genera un rilevante volume economico e che ha effetti positivi anche sul gettito fiscale nazionale. Sul fronte della sostenibilità e tutela della concorrenza, CNMI propone un intervento normativo per contrastare l’espansione dell’ultra fast fashion, attraverso misure di regolamentazione, eco-contributi e obblighi di etichettatura ambientale. A ciò si aggiunge la richiesta di un credito d’imposta per il caro energia nel primo semestre 2026 a favore delle imprese che registrano incrementi dei costi superiori al 25% rispetto ai livelli pre-crisi.

Infine, il capitolo welfare e lavoro prevede l’aggiornamento della disciplina sui fringe benefit, il loro innalzamento e stabilizzazione, con l’obiettivo di rafforzare il potere d’acquisto dei lavoratori e di contribuire a migliorare le condizioni economiche delle famiglie coinvolte. Attraverso queste proposte, la Camera Nazionale della Moda Italiana intende offrire un contributo concreto al rafforzamento del sistema produttivo nazionale. La moda italiana rappresenta non solo un’eccellenza economica, essendo peraltro il secondo comparto produttivo del Paese, ma anche un patrimonio culturale e sociale da tutelare”.
“Il settore moda in questo momento ha bisogno di stabilità, visione e strumenti che premino chi innova e produce valore nel nostro paese» – ha detto Carlo Capasa, presidente di CNMI. “Con queste proposte al Governo, la Camera Nazionale della Moda Italiana conferma il proprio intento di collaborare con le istituzioni per garantire al Made in Italy il futuro che gli spetta: forte, sostenibile e competitivo”.

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