L’addio di Maria Grazia Chiuri a Dior Al suo posto Jonathan Anderson?

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“Dopo nove anni, lascio Dior, felice di aver ricevuto questa straordinaria opportunità. Ringrazio Monsieur Arnault per aver riposto la sua fiducia in me e Delphine per il suo supporto. Sono particolarmente grata per il lavoro svolto dalle mie squadre e dagli atelier. Il loro talento e la loro competenza mi hanno permesso di realizzare la mia visione della moda femminile impegnata, in stretto dialogo con diverse generazioni di artiste. Insieme, abbiamo scritto un capitolo straordinario e d’impatto di cui sono immensamente orgogliosa”.

“Estendo i miei più calorosi ringraziamenti – ha scritto Delphine Arnaul, figlia del presidente fondatore del Gruppo LVMH, e a sua volta ad e presidente di Christian Dior Couture- a Maria Grazia Chiuri, che, da quando è arrivata in Dior, ha compiuto un lavoro straordinario, con una prospettiva femminista ispiratrice e una creatività eccezionale, tutto permeato dallo spirito di monsieur Dior, che le ha permesso di progettare collezioni altamente desiderabili. Ha scritto un capitolo fondamentale nella storia di Christian Dior, contribuendo in modo significativo alla sua straordinaria crescita e diventando la prima donna a guidare la creazione delle collezioni femminili”.

Sono trascorse appena 48 ore dalla straordinaria sfilata della collezione Dior Cruise 2026, che Maria Grazia Chiuri ha voluto organizzare a Roma, come a chiudere il cerchio, negli spettacolari giardini di Villa Albani Torlonia. Finito di scaricare le impalcature e spente le luci del defilè, che tutta la stampa aveva capito sarebbe stato l’ultimo da Dior per la stilista, perché la collezione comprendeva anche la couture che doveva essere presentata a luglio, ed era “autobiografica“, una summa della sua visione della moda per sua stessa ammissione, arriva la notizia che tutti sapevano sarebbe stata annunciata a breve,  ma che nessuno avrebbe voluto sentire: dopo nove anni Maria Grazia Chiuri lascia la direzione creativa di Dior.

Chi potrebbe arrivare al suo posto, se non Jonathan Anderson? Le voci di questo passaggio del testimone si rincorrevano già da mesi ed erano continuate soprattutto dopo la sfilata a Roma, dove la stilista ha presentato sia la collezione pre-fall sia sia la haute couture che avrebbe dovuto sfilare a Parigi a luglio. I segni che qualcosa stava accadendo nella maison ammiraglia del gruppo Lvmh c’erano stati già mesi prima. Anderson era uscito da Loewe (sempre gruppo Lvmh), dove aveva fatto un ottimo lavoro specialmente con la linea donna, alla fine del 2024, senza essere ricollocato. Poi c’era stata la gaffe del patron Bernard Arnault durante un cda, quando gli era sfuggito: “Anderson in Dior”. La notizia aveva cominciato a prendere corpo. Ma subito dopo lo stilista nordirlandese era stato nominato alla direzione creativa di Dior Uomo. Altro segnale di rimpasto, l’assenza di Dior dal calendario ufficiale delle sfilate a Parigi del prossimo luglio.
Maria Grazia Chiuri, nata a Roma da genitori pugliesi e sardi, 61 anni, studi all’Istituto Europeo di Design, dove conosce Pierpaolo Piccioli, con il quale lavorerà da Valentino (dal 2008 al 2016), arriva invece a Parigi dopo dieci anni di co-conduzione con Piccioli della maison Valentino. Chiuri era stata assunta nel 1989 da Fendi, dove aveva partecipato alla creazione della celebre borsa Baguette e aveva fatto ingaggiare il designer Pierpaolo Piccioli nel suo reparto. Nel 1999 Valentino Garavani recluta personalmente Chiuri e Piccioli da Valentino e insieme realizzano diversi accessori come occhiali e borse per la casa d’alta moda. Nel 2003 il duo gestiva la direzione creativa della linea Red Valentino. Infine, nel 2008 Chiuri e Piccioli vengono nominati vice-direttori creativi di Valentino, supervisionando l’intera direzione artistica del marchio compresi l’abbigliamento femminile, maschile e Haute Couture.

E’ nel luglio 2016 che Maria Grazia viene nominata direttrice creativa di Dior. Vanessa Freidman del quotidiano The New York Times ha notato che Chiuri è “la prima donna a guidare il lato creativo in 69 anni di storia del marchio”, ed è anche il suo primo incarico da sola dopo aver lavorato più di due decenni con Piccioli, nominato direttore creativo di Valentino”. Un arrivo a dir poco travolgente: la stilista romana entrata nelle ovattate stanze Dior, tutte velluti e stucchi, ha aperto tutte le porte che poteva aprire: dal femminismo, all’arte, all’inclusività, alla rivalutazione delle eccellenze artigianali nel mondo. Tutte parole e visioni mai viste sino ad allora in un tempio tanto sacro. All’inizio non è stato facile. La “romain” la chiamavano. Ma i temi e i numeri dei fatturati, prima con i suoi accessori e poi con i suoi abiti, le hanno conferito un’autorevolezza che nessuno ha poi più messo in discussione. I nove anni parigini sono stati intensi, e il desiderio di tornare a Roma non era un mistero per i suoi amici: qualche tempo fa la designer ha acquistato nella capitale Il Teatro della Cometa, un teatro che era appartenuto alla contessa Mimì Pecci Blunt, musa della collezione Cruise che ha sfilato a Villa Albani Torlonia, che lo aveva aperto nel 1958. Distrutto da un incendio nel 1969 era stato riaperto dalla figlia della fondatrice, ma da anni aveva perso il suo ruolo di aggregazione culturale. Dopo cinque anni di lavori di ristrutturazione, personalmente sostenuti dalla designer, il Teatro La Cometa sarà riaperto con una nuova programmazione a settembre, curata dalla stessa Chiuri e da sua figlia Rachele Regini.

Anderson, 41 anni a settembre, studi al London College of fashion, dopo aver fondato il suo brand, JW Anderson, nel 2013 sbarca da Loewe, dove rilancia l’immagine del marchio spagnolo rileggendo l’archivio in chiave contemporanea. Ora dirige da pochi mesi Dior Uomo. Il resto si saprà a breve.

(Riproduzione riservata)

 

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