L’attesa dell’apertura del testamento di Giorgio Armani è finita. Come si è appreso, l’intera proprietà della Giorgio Armani Spa (2,3 miliardi di fatturato) va alla Fondazione omonima voluta dal grande stilista scomparso il 4 settembre.
Il testamento indica che il 9,9% delle azioni sono in piena proprietà e il 90% sono detenute in nuda proprietà. L’usufrutto è suddiviso tra Pantaleone Dell’Orco (30%), la sorella Rosanna e i nipoti Silvana e Roberta Armani e Andrea Camerana con il 15% ciascuno.
A Dell’Orco, braccio destro e compagno di Armani, è andata la maggior parte dei diritti di voto (40%). Alla fondazione, che prima controllava lo 0,1% della società, andrà il 30% dei voti, mentre i nipoti Silvana Armani e Andrea Camerana avranno il 15% ciascuno. Azioni senza diritto di voto sono assegnate a Roberta Armani e a Rosanna Armani.
Il testamento indica che la Fondazione, fra 12 mesi ed entro al massimo un anno e mezzo, dovrà cedere il 15% del capitale della Armani Spa, “in via prioritaria” a uno tra i gruppi Lvmh, EssilorLuxottica, L’Oréal o ad altra società operante nella moda di pari standing, con cui la Giorgio Armani intrattiene rapporti di partnership, “dalla stessa individuato con l’accordo di Leo Dell’Orco”.
Dopo la vendita di questo 15%, “a decorrere dal terzo anno ed entro il quinto anno dalla data di apertura della successione“, viene imposto di cedere al medesimo acquirente un’ulteriore quota, da un minimo del 30% fino a un massimo del 54,9% del capitale.
In alternativa c’è la quotazione in Borsa, tra cinque o al massimo otto anni dall’apertura della successione (o dal terzo anno dalla successione se ne facessero richiesta Dell’Orco e almeno uno tra Camerana e Silvana Armani). La Fondazione scenderà come minimo al 30,1%, come indicano i documenti che sono stati aperti il 9 settembre, nello studio dei notai Ruben Israel ed Elena Terrenghi.
La piena proprietà del 75% della società L’Immobiliare Srl ( a cui fanno capo gli immobili di Saint Tropez, Antigua, Broni e Pantelleria) passa alla sorella Rosanna e ai nipoti Andrea Camerana e Silvana Armani, ai quali va anche la restante quota pari al 25% in nuda proprietà. L’usufrutto andrà invece a favore di Leo Dell’Orco.
Al manager e compagno di Armani va anche l’usufrutto a vita del palazzo di via Borgonuovo, a Milano, con la clausola che gli arredi e gli ornamenti, con l’eccezione di un quadro di Matisse e di una foto di Rayman, “non vengano rimossi da dove si trovano” e rimangano come complemento dell’immobile “finché Leo voglia viverci”.
Tra le altre proprietà immobiliari, Armani ha lasciato la nuda proprietà della casa di St. Moritz al nipote Andrea Camerana e l’usufrutto a Leo Dell’Orco, a cui lascia un appartamento a New York, mentre un altro è destinato alla sorella Rosanna e ai nipoti Silvana Armani e Andrea Camerana. Dell’Orco concederà l’utilizzo dell’appartamento newyorchese a Michele Morselli, ceo della società immobiliare e amico dello stilista, e a sua figlia Bianca.
La partecipazione che sfiora il 2% in EssilorLuxottica che produce gli occhiali di Armani (controvalore stimato di oltre 2,5 miliardi di euro) è suddivisa fra i familiari e Dell’Orco. Quote minori passeranno a Michele Morselli, Daniele Ballestrazzi, Giuseppe Marsocci, Laura Tadini e Luca Pastorelli.
Giorgio Armani, che non lascia eredi stilistici, ha scritto invece i principi che dovranno guidare la Fondazione nella gestione del Gruppo. Tra questi, la GESTIONE DELLE ATTIVITA’ IN MODO ETICO, CON INTEGRITA’ MORALE E DI CORRETTEZZA, LA RICERCA DI STILE ESSENZIALE, MODERNO, ELEGANTE E NON OSTENTATO, L’ATTENZIONE ALL’INNOVAZIONE, ALL’ECCELLENZA, ALLA QUALITA’ E RICERCATEZZA DEL PRODOTTO. Tutto questo dovrà essere la Armani senza Giorgio Armani.
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