Una lezione speciale, “Le geografie tessili di Giuliana Cella: regina dell’etno chic, al Campus di Rimini: Fabriano Fabbri, docente di stili e arti del contemporaneo all’Università di Bologna, Campus di Rimini e il giornalista di costume-critico di moda, Gianluca Lo Vetro, dialogano con la creatrice. Poi una mostra nell’iconico Grand Hotel di Rimini.
Atipica protagonista della moda, Giuliana Cella si è fatta conoscere negli anni Novanta. Nel corso della sua lezione parla della sua collezione di pezzi unici, mostrando alcune rarità d’archivio, illustrando le relative storie delle etnie dalle quali provengono. Così da ammirare ricami del Punjab, antichi sari di Benares, broccati del Rajastan, lane finissime del Belucistan e del Kashmir, phulkari del Bhatinda, veli nuziali del Kerala, batik di seta indonesiani, ashanti africani e platòk russi. Inoltre, Giuliana Cella ricostruirà, la storia della pashmina che importò dall’India, lanciando una tendenza che dura ancora.
Nel 2004, l’Europarlamento l’ha invitata come simbolo della fusione delle razze, a esporre le sue collezioni nella mostra Atlanti Tessili, al palazzo Europa di Bruxelles. Testimonial d’eccellenza di quell’evento, Lavinia Borromeo all’epoca non ancora in Elkann. Mentre, la prima modella della Cella, è stata una giovane Beatrice Borromeo, oggi consorte di Pierre Casiraghi, figlio di Carolina di Monaco. Anche le top di questa creatrice non sono mai state le stesse degli stilisti, ma “aristo model” come le definì la stampa. Durante la lezione, viene esposta anche la vestaglia che Greta Garbo dimenticò nella tenuta di Taormina della Cella. La sera stessa, dalle 18, il cimelio, sarà in mostra nella hall del Grand Hotel di Rimini.
Giuliana Cella non ha mai sfilato, preferendo colte presentazioni in location altrettanto uniche: dalla Casa ella Cultura, alla Camera del Lavoro di Milano. Per questo evento, l’amica Franca Rame, interpretò la colonna sonora: una nenia che narrava la storia degli Ashanti. Culturalmente nomade, ultimamente, Giuliana Cella sta compiendo un viaggio nella generazioni Z e Alpha, attraverso la capsule collection GC.CI, (acronimo di Giuliana Cella e Coin), itinerante per gli store Coin Excelsior.
Il Grand Hotel di Rimini, espone eccezionalmente, una vestaglia appartenuta a Greta Garbo che ironia della sorte, girò nel 1932 il film Grand Hotel per la regia di Edmund Goulding. La testimonianza fu dimenticata dalla Divina, nella tenuta a Taormina di Giuliana Cella, dove fu ospite ripetutamente dal 1946, sotto la falsa identità di miss Harriet Brown. Il capo, un kimono di cotone con stampe a stelle marine su fondo bianco, fu scordato insieme a un paio di espadrillas n. 43. Greta Garbo era eccezionale anche nella misura del piede. Protagonista del jet set internazionale, Giuliana Cella è un’atipica creatrice, antiquaria e collezionista, che negli anni ’90, si è imposta nel gotha della moda, tagliando in fogge occidentali, le sue rarità tessili collezionate durante un vita, in giro per il mondo. Memorabile, il lancio in Italia della pashmina che avrebbe fatto epoca.
Tra i suoi estimatori, Marta Marzotto per la quale confezionava gli iconici kaftani della Contessa Rossa, Franca Rame, Dario Fo, Sean Connery, Emilio Tadini, Sharon Stone e Ornella Vanoni sua grande amica. Con questa iniziativa il Grand Hotel riconferma la sua vocazione a struttura interattiva e l’attitudine a un’ospitalità colta, custode delle memorie storiche.
(Riproduzione riservata)