Medea e le altre vivono nei gioielli di Clara Galante

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Attraverso la sua fervida creatività, Clara Galante, attrice, autrice e cantante, trasforma la poetessa sovietica Marina Cvetaeva La Poesia, in una romantica collana bianca di seta intrecciata a perle di fiume. Medusa La Giustizia per Clara i trasforma è un bracciale d’ottone. Lo stesso è per Medea La Passione, che diventa un bracciale-nido di ragno. L’iconica giornalista Irene Brin, L’eleganza che viene da dentro, è una collana a tubo con piuma e cristallo. Il teatro è “la vita” per Clara Galante, ma l’idea d trasformare le figure femminili che ha interpretato a teatro in gioielli con un’anima, conferma che il genio creativo può esprimersi in varie arti, collegate tra loro.

Clara Galante ha infatti lavorato a teatro con registi come Luca Ronconi, Peter Brook, mostri sacri del teatro, con i quali ha elaborato una sua personale espressione artistica. Ma si è esibita anche con la sua voce versatile, davanti a platee internazionali e ai maestri Riccardo Muti, Nicola Piovani, Ennio Morricone, Carlo Crivelli, Silvia Colasanti. Ha composto brani musicali, canzoni per la serie tv di Netflix Emily in Paris, e ha realizzato documentari per il canale ARTé Fr.
“Ethereal Creature” è la sua collezione di gioielli, tutti pezzi unici, ispirati al teatro.

“C’è sempre un motivo per unire i frammenti di una vita – spiega – Questi gioielli raccontano vite ‘sovversive’ che fanno parte della nostra cultura, e sono alcuni dei ruoli che ho avuto il privilegio di interpretare. Il Teatro è un mezzo molto efficace per conoscere il mondo, si dovrebbe provare tutti, cosa si sente a stare nei panni degli altri, è un gioco importante. In questo progetto, la metamorfosi dalla oralità alla concretezza della materia, può forse restituire un po’ dell’essenza del Teatro. Ogni gioiello come ogni replica teatrale é unico e irripetibile. Costruito con elementi del costume, pelle, pietre, ottone, argento, rame, cristalli, orecchini con spille d’epoca e fili preziosi. In un un momento in cui si compra di tutto, siamo pieni di tutto, molto spesso un tutto vuoto, ho voluto pensare un accessorio che avesse un cuore pulsante da raccontare. Niente di meglio che partire dal palcoscenico, lo diceva anche Shakespeare la vita è un palcoscenico”.

Marina Cvetaeva La Poesia è una collana bianca di seta intrecciata a perle di fiume. “Come nei grandi letteratura russa – afferma – da Dostoevskij alla poetessa Marina Cvetaeva, il tema del sogno è fondamentale. Cosa è l’amore se non anch’esso un sogno? Lei è l’essenza del sogno d’amore. Marina ha amato molto, uomini, donne, poeti, pittori celebri, Marina era una donna estrema, appassionata, una delle più alte voci della poesia del ‘900. Ha vissuto in anni tragici, tremendi, a causa della rivoluzione, ma ha amato sempre e fino alla fine, per questo ho voluto raccontarla in un gioiello spirituale. Lo spettacolo Indizi Terrestri, scritto diretto e interpretato da Clara Galante, su un costume di Maurizio Galante ha debuttato nell’antico Teatrino di Apollo all’Accademia di Costume e Moda, per poi continuare il suo percorso al Piccolo di Milano nel 2001 ad oggi”.

“Medusa La Giustizia è rappresentata da un bracciale. “Medusa – afferma Clara Galante – è una figurata mitologica, come Le Eumenidi,  Le benevole, le Gorgoni e le Erinni, Medusa è la Guardiana, la Protettrice della Giustizia. Figura fondamentale, creatura femminile vendicatrice dei misfatti degli uomini, con la chioma e la voce svolge il compito di punire crimini in special modo verso la famiglia. Eschilo vinse le  Grandi Dionisie nel 458 a.C. con la Tragedia Eumenidi che nel 2015 al Teatro Greco di Siracusa diretta da Daniele Salvo, ho interpretato nel ruolo di Regina delle Erinni. Questo bracciale ne sintetizza la forza, evocando la maschera teatrale, simbolo di tutta la civiltà del mondo greco”.

Medea La Passione è trasformata in un bracciale rosso che vuole essere il nido di un ragno. “Medea è un mito intramontabile – racconta –  simbolo di un femminile tradito e di un gesto estremo per rovesciare un sistema valoriale tutto al maschile. Medea fa’ della propria marginalità un punto di vista radicale che sovverte le leggi stabilite, traccia trama di ragno e fili di sangue in seta luminosa, corrisponde a quella sorta di terremoto dell’anima che Medea stessa ha vissuto in sé. Medea la maga, Medea la moglie, Medea la madre, la ribelle. Nella versione musicata nel settecento in forma di melologo da Jiri Antonin Benda, lo spettacolo debutta a Trieste nel 2013 al Teatro Verdi, per poi continuare ad essere rappresentato in vari Teatri italiani, e al Teatro Antico Romano di Catania, nel 2022”. Giovanna D’arco. La Connessione  è un anello. “Nessuno come Giovanna ricorda – ha incarnato la connessione al tutto. Spirito e materia, nelle voci che guidavano il suo percorso di giovane Santa e Guerriera. Il sacrificio è in lei, quel sacrificio che riecheggia in rare figure della nostra contemporaneità. Diretta da Mariano Aprea nel ruolo di Giovanna, ho girato il film “Jeanne” tratto dall’opera di B. Brecht Santa Giovanna dei Macelli. Una figura drammatica e angelica che brilla come questo anello su un elmo dorato”.

Irene Brin L’eleganza che viene da dentro è una collana-tubo, con piuma e cristallo. “Poliglotta, amante dell’arte, viaggiatrice, giornalista brillante e colta – prosegue – Irene Brin era dotata di grande cultura, ferrea disciplina, senso dell’umorismo ed eleganza. I suoi consigli sul buon vivere, costume e moda, apparivano regolarmente nelle pagine di Omnibus e della Settimana Incom, un appuntamento per gli intellettuali dell´epoca. Diede il via ad un giornalismo colto, brillante, leggero ma mai superficiale, talvolta caustico, mai nemmeno sfiorato da un’ombra di volgarità o di supponenza. La galleria d’Arte contemporanea L’Obelisco, aperta in via Sistina nel 1946 con il marito Gaspero del Corso, fu un punto di riferimento per tutta l’avanguardia del dopoguerra. Irene è una delle donne italiane più intelligenti e anticonformiste di quegli anni. Ai Giardini della Filarmonica, per la rassegna I Solisti del Teatro, ho scritto e interpretato un lavoro tutto su di lei “ La Polvere del Mondo”.

Etty hillesum. Il coraggio è un bracciale a tre cerchi. “Etty è il coraggio più assoluto afferma l’attrice -. Scrittrice nata in Olanda nel 1914 da borghesia ebraica, anche a lei ho voluto dedicare più di un gioiello. Supera la propria condizione di vittima e diventa protagonista della propria storia. È una tra le figure più candide ma anche passionali della mia collezione. Innamorata del suo psicanalista, della vita ad ogni costo e dell’umanità tutta, si trasferisce volontariamente nel campo di concentramento di Westerbork, per contribuire ad alleviare le sofferenze degli internati. Finirà i suoi giorni ad Auschwitz, il 30 novembre del 1943, a ventinove anni. È tra le scrittrici che hanno patito l’esperienza del lager, interprete lucidissima del conflitto tra annientamento e creazione che ha segnato la Shoah. Il titolo dello spettacolo nel quale recito Etty diretta da Alessio Pizzech è “Le Imperdonabili, l’ultima lettera di Etty Hillesum” per la regia di Alessio Pizzech”.

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