Marco Bizzarri, dopo 18 anni nel gruppo Kering (a cui fanno capo marchi come Stella McCartney, Bottega Veneta e Gucci) ha deciso di mettersi in gioco in prima persona con la holding Nessifashion, con la quale ha investito in Elisabetta Franchi e di guidare l’advisory company Forel (moda, lusso e design), che supporta il fondo lussemburghese Faro Alternative Investments SCSp Sicav-Raif, gestito da Crestbridge Management Company. L’ex ceo di Gucci, presente alla quarta edizione della Luxury Goods Conference di Mediobanca ha detto: “Si è creato uno spazio pazzesco, perché tutti i brand hanno aumentato i prezzi fino al 60% ma ora, più nell’abbigliamento che negli accessori, il consumatore è meno disposto a spendere certe cifre. Si cerca di capire cosa fa il competitor, ci si chiede perché non lo faccio anch’io?, ma la forza dell’imprenditore è, in realtà, preservare la coerenza del brand”.
“La direzione creativa è fondamentale – ha detto sul tema del rapporto tra la proprietà e la direzione creativa e tra il ceo di una maison e il suo stilista. – Oggi si assiste a un piattume completo, perché non si rischia più. Il direttore creativo è imbrigliato da logiche aziendali, come il marketing e il merchandising, o gli azionisti che credono di intendersi di moda. Penso che andrebbe data più autonomia al ceo e al direttore creativo e più la loro complicità è forte, più funzionano. La moda è un business che molti non capiscono e ad alto tasso di rischio, ma che ha potenzialità enormi se si fanno le cose perbene”. “Oggi – ha puntualizzato Bizzarri – si conoscono i dati dell’engagement, degli acquisti di chi viaggia, del negozio a Timbuctù e sulla base di questi numeri dicono al direttore cosa fare e cosa no. Così però si agisce in base al passato e tutti sono portati a fare la stessa cosa. Bisogna tornare a realizzare qualcosa sulla base più delle emozioni che dei numeri, altrimenti c’è un alto rischio di banalizzazione”. Per questo, Bizzarri è convinto che il calo della domanda attuale risente anche del fatto che sul mercato non ci sono novità: “Appena si realizza qualcosa di veramente rivoluzionario ha sentenziato – il mercato riparte”. “Se Gucci decide di partire dall’ heritage e di fare prodotti endless non può che andar male. La sua storia ci dice che quando ha fatto scelte dirompenti ha vinto”.
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