Le lucciole di Valentino, deboli luci nel buio della nostra epoca

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Con la nuova collezione disegnata per Valentino, Alessandro Michele invita ancora una volta a pensare, attraverso i suoi vestiti, a riflettere su ciò che accade nella nostra società. Stavolta lo stilista romano ci pone davanti al “buio” della nostra epoca, funestata da guerre assurde, come lo sono sempre tutte le guerre, nella loro follia crudele. Ci sono tempi in cui la notte non è metafora ma una condizione reale, che ci viene sbattuta davanti dalle immagini tragiche d’innocenti uccisi, come vediamo in tv e sui social. In una notte simile, il giovane studente Pierpaolo Pasolini, vide a Bologna delle lucciole ostinate che continuavano a illuminare il cielo mentre la guerra lo infiammava. Al centro del racconto di Alessandro Michele, c’è infatti la lettera che il 1° febbraio 1941 il giovane studente Pasolini scrisse a un suo amico d’infanzia. Il momento storico era tragico e complesso, con il Fascismo e il Nazismo che stavano infiammando il pianeta degenerando nella Seconda Guerra Mondiale. “La notte in cui te li raccontai, notammo un’immensa quantità di lucciole, come piccole fiammelle nel bosco, e noi le invidiammo perché loro si amavano, perché desideravano l’un l’altra nel volo e nella luce”. Con queste parole di Pasolini, riprese nella nota stampa della maison, Alessandro Michele porta l’attenzione sul significato metaforico delle lucciole. Una rappresentazione del presente che resiste alla complessità dei momenti storici.

Più tardi Pasolini chiamò “scomparsa delle lucciole” la normalizzazione, l’omologazione che appiattisce i linguaggi e ingoia le differenze. Didi-Huberman ribaltò il concetto: non sono loro a mancare – è lo sguardo ad essersi addestrato a ignorarle. Calvino suggerì l’esercizio di distinguere, dentro l’inferno, ciò che inferno non è e farlo durare.

La collezione Primavera-Estate 2026 di Valentino s’intitola Fireflies, Lucciole. Intese da Michele come deboli luci che illuminano il buio, metafore della speranza, della bellezza che ci può salvare. L’installazione luminosa di Nonotak definisce la visione dello stilista. Gli abiti sono lucciole fatte di ricami in fili d’oro, piccoli cristalli, decori a forma di farfalla, ricami che impreziosiscono giacche e abiti. Tute e shorts luccicanti abbinate a giacche sartoriali e bluse bon. La silhouette è moderatamente morbida, i volumi sono contenuti.

Le camicie trasparenti sono a pois, a righe, a fiori, oppure svelano il seno. Si portano con le gonne a tubino a vita alta, e con le giacche dai tagli sartoriali avvitati, che talvolta presentano plissettature a contrasto cromatico a posto dei revers. Sfilano abiti con fiocchi e le ruches, citazioni all’archivio di Valentino che Alessandro Michele ama molto.

La palette è fatta di blu-viola, rosa bubble gum, verde, giallo senape, nero. Un  solo long dress è color rosso Valentino.
Alla sfilata era presente un parterre di stars: Lorenzo Zurzolo, Valeria Golino, Ghali, Alessandro Borghi, Lana Del Rey, Pamela Anderson, Colman Domingo, Alia Rachid, Salma Rachid, Emma Chamberlain e Joseph Quinn.

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