Come in un romantico film in costume, la collezione Dior Cruise 2026 sfila nei bellissimi giardini terrazzati di Villa Albani Torlonia, splendida dimora settecentesca situata nel cuore di Roma, fondata dal cardinal Alessandro Albani, nipote di Papa Clemente XI e dal 1866 di proprietà della famiglia Torlonia, che ha deciso di non abitarla, ma di lasciarla come sede della collezione di sculture greche e romane, di grande pregio, curata all’epoca da Johann Joachim Winckelmann, bibliotecario e confidente del cardinale Albani.
E’ sognante e onirica l’atmosfera della residenza, che accoglie dopo il tramonto la sfilata nei suoi giardini, sotto una fitta pioggia, che costringe a ripararsi con gli ombrelli distribuiti velocemente dallo staff, gli 800 ospiti della sfilata, tra i quali si notano Delphine Arnault, ad e presidente di Dior Couture, Beatrice Borromeo, Deva Cassel, Valeria Golino, Rosamund Pike, Eleonora Abbagnato, Natalie Portman, Anna e Silvia Fendi, Gianna Nannini, Laura Morante, Giancarlo Giammetti, Beppe Fiorello. Dress code per il parterre: le donne in bianco e gli uomini in nero.
Tutto il resto è magia. Dalle siepi si sollevano nuvole di foschia. L’edificio centrale della villa si erge imponente su tutto il giardino, con un portico sorretto da alte colonne. Sembra una piccola Versailles e sembra quasi di assistere alle riprese di un film in costume. Infatti lo zampino del regista Matteo Garrone c’è sempre, visto che Chiuri annuncia un terzo corto girato per l’occasione dal maestro cineasta. Onirica e fiabesca come solo la regia di Matteo Garrone sa essere, Les Fantomes du Cinema è il cortometraggio con cui la collezione Dior Cruise 2026 è resterà nella storia. Girato nell’imponente parco di Villa Albani Torlonia a Roma, dove la stessa sfilata si è tenuta, il corto è un dialogo tra realtà parallele, tra il mondo visibile e l’invisibile.
La scelta della location non è casuale per la stilista, che già dal giorno prima ha fatto pervenire ai suoi ospiti in albergo una guida di “posti del cuore” della sua Roma, che “in fondo non ho mai lasciato” dice alla stampa nel back stage, poco prima della sfilata. Poi c’è il Teatro La Cometa, che Chiuri ha restaurato personalmente ridandogli una seconda vita, che comincerà con una nuova programmazione a settembre. E poi c’è Mimì Pecci Blunt, nipote di Papa Leone XIII e moglie del conte Cecil Blunt, che visse tra Parigi e New York. Dai suoi salotti culturali, che ospitarono artisti come Salvador Dalí, Man Ray, Jean Cocteau e Paul Valéry, l’idea di fondare a Roma il Teatro della Cometa. Mimì era anche un personaggio molto mondano degli anni Venti. Il suo Bal Blac fece tanto scalpore da colpire la fantasia di Chiuri. “Mimì e il suo Bal Blanc mi hanno ispirato per questa collezione” rivela infatti la stilista -. Essere arrivata nei luoghi di Mimì e decidere di riattivarli in una sorta di bal de l’imagination, uno di quei balli che lei organizzava, sintesi visuale di tutte le arti. Il travestimento, il rompere le regole per liberarci da noi stessi. Oltrepassare quella soglia reale e metaforica in cui i personaggi vivi e i fantasmi si confondono. Amicizie stellari”.
La dimora, che custodisce la Collezione Torlonia, una delle più preziose al mondo, tra sarcofaghi, busti e capolavori della statuaria greco-romana, frutto di una serie di acquisizioni delle maggiori collezioni patrizie romane, oltre che di scavi nelle terre di proprietà della famiglia, fa da teatro a quella che è già stata definita dagli ospiti come una “sfilata indimenticabile”.
La direttrice creativa della maison ha scelto questo luogo incantato, vergine finora per i fashion-show, ma non per la moda, dal momento che qualche anno fa Gucci presentò nella stessa sede, la collezione di alta gioielleria realizzata dall’allora suo direttore creativo, Alessandro Michele, per la sua atmosfera magica, scenario perfetto per offrire una sintesi “autobiografica” di un momento sospeso, di una bella confusione, questa Bella Confusione presa in prestito dal titolo proposto da Ennio Flaiano a Fellini per il film Otto e mezzo.
Sfila la summa della visione della direttrice creativa per Dior, l’haute couture, il pret à porter, l’arte, la sperimentazione. C’è tutto l’universo Chiuri. Il sospetto che questa sia una collezione di addio viene a tutti. Le voci che il suo lavoro con Dior sia arrivato al capolinea si rincorrono da mesi. Ma Chiuri, dal 2016 a capo della maison francese, tace sull’argomento nell’anteprima, anche alla domanda diretta di un giornalista, com’è giusto che sia. E la stampa rispettosamente non indaga, lasciandole raccontare la sfilata.
“In genere con le collezioni cruise collaboro con le maestranze locali. Stavolta a Roma ho voluto lavorare con la Sartoria Tirelli, che ha celebrato 60 anni, perché ho sempre desiderio d’ imparare nuove tecniche, qualcosa che ancora non conosco. Con Tirelli c’è stato uno scambio di sinergie, di connessioni. Io ho preso a prestito ad esempio l’idea della garza medica che utilizzò Piero Tosi per i costumi del film La signora delle Camelie, con Isabelle Huppert, per realizzare le tute dei mimi che si esibiscono nei giardini nella performance “Fantasmi a Roma”, ispirata al film di Antonio Pietrangeli dove il Principe Annibale di Roviano, interpretato da Marcello Mastroianni, coabita in un antico palazzo con un gruppo di fantasmi.
La collezione. I capi della questa collezione metaforica fondono storia della moda e sintassi contemporanea. I gilet maschili con revers delicati si affiancano a gonne lunghe e larghe e a giacche frac. Sfilano abiti realizzati in pizzo pregiato, decorati con motivi a bassorilievo, e giacche militari incrociate con bordi neri e bottoni lavorati. Alcuni capi evocano le casule, mentre il nero e il rosso del velluto omaggiano le Sorelle Fontana, creatrici degli outfit indossati da Anita Ekberg nel film La Dolce Vita. La collezione dispiega un insieme di elementi che dialogano attorno a mille sfumature di bianco e nude declinati in una pluralità di materiali, dai più densi ai più leggeri, che accompagnano la silhouette. Attraverso questo racconto poetico, la direttrice creativa delle linee femminili di Dior ricostruisce i personaggi, i paesaggi e le mitologie di Roma, la sua città del cuore, invitandoci a una fantasticheria in cui si definisce una nuova rete di affinità stellari.
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