In attesa del debutto di Demna Gucci Cruise sfila a Firenze e rilegge l’archivio

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Gucci torna alle origini, a Firenze, nella culla del Rinascimento e del brand, per celebrare la propria rinascita. Un ritorno alle origini che corrisponde all’arrivo a breve del nuovo direttore creativo, Demna,  a cui guardano tutti con la speranza che il marchio, con la sua guida creativa, possa tornare a risplendere anche finanziariamente.

Luogo di origine della maison e custode della sua tradizione artigianale e commerciale, Firenze è la cornice ideale per presentare la nuova collezione Cruise. C’è un intreccio quasi simbiotico tra la città e il marchio Gucci, fondato proprio a Firenze nel 1921. Infatti, dopo il periodo romano cominciato con la direzione creativa di Frida Giannini prima e di Alessandro Michele successivamente, e il breve periodo milanese con Sabato De Sarno al timone, la maison ricomincia a trarre ispirazione da questa città dall’eterna primavera, il cui nome deriva dal latino florentia – “fioritura”. Per la sfilata della rinascita Gucci sceglie “casa sua”, Palazzo Settimanni, l’edificio del XV secolo che ospita l’Archivio della maison, uno spazio vivo che custodisce passato, presente e futuro.

La collezione Gucci Cruise, rielabora l’eredità dell’archivio e la storia fiorentina in un gioco sofisticato di contrasti, tra minimalismo e massimalismo. Le decadi della moda si mescolano in un patchwork ricercato, cominciando dagli anni Settanta, passando dallo stile Tom Ford, al massimalismo di Alessandro Michele, fino alla recente, breve, direzione creativa di Sabato De Sarno. La cultura materiale di secoli s’intreccia nei tessuti, in omaggio alla lunga tradizione tessile di Firenze. Broccati, jacquard, sete e velluti, vengono proposti in chiave opulenta. Il pizzo si stratifica, arricchito da strass e ricami preziosi, in un dialogo di tecniche che rispecchia la stratificazione storica della città.

Il monogram GG attraversa l’intera collezione come filo conduttore, mentre la G singola viene reinterpretata e s’imprime su fibbie, intarsi e tacchi. Le silhouette, dalle spalle marcate e strutturate, si allungano in linee fluide, eleganti, capaci di attraversare con naturalezza il giorno e la sera. La pelletteria – origine e cuore pulsante della Maison – si rinnova: da un lato con modelli iconici ispirati all’archivio, dall’altro con nuove forme morbide e versatili, da afferrare con facilità. Tra queste, la borsa con mezzo Morsetto e la nuova vanity bag. Debutta inoltre la Gucci Giglio, omaggio al fiore simbolo di Firenze sin dal Medioevo.
Il patrimonio di Gucci nella lavorazione della pelle trova ulteriore espressione nella nuova collezione di alta gioielleria realizzata insieme a Pomellato, dal nome Monili che riflette una filosofia condivisa di artigianalità. Ispirandosi ai disegni d’archivio di Pomellato del 1984, pelle, oro e diamanti pavé si fondono in una collana e in una minaudière protagoniste della sfilata, frutto di un savoir-faire meticoloso e di una grande attenzione al dettaglio.
L’intera collezione è attraversata da un’idea distintiva di stile italiano, definito da quella sprezzatura – eleganza disinvolta e studiata – che ha segnato l’estetica Gucci sin dalle origini, affondando le radici nei cortigiani rinascimentali. Da sempre, l’universo Gucci è cinematografico, stilizzato e sontuoso, costruito sui personaggi e capace di adattarsi a ogni individualità. E anche questa collezione ne è testimonianza.
In chiusura, nessun finale convenzionale. A omaggiare Firenze – città che tanto ha dato a Gucci – le modelle usciranno in piazza, riportando la maison tra le strade, assorbita nuovamente dal cuore pulsante della città. Perché, come sempre, Gucci è Firenze,
e Firenze è Gucci.

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