Marmorac a Veronafiere, spazio alla formazione con Ceci n’est pas un fossile

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Uno dei principali obiettivi di Marmomac, in programma dal 24 al 27 settembre a Veronafiere, è la “formazione”, dedicata alla pietra naturale. Architetti, designer e professionisti trovano nella rassegna Marmomac, un esaustivo palinsesto di talk, incontri e workshop per approfondire la cultura della pietra e sviluppare le proprie competenze in materia. Un importante programma di education è anche rivolto ai “professionisti di domani” nell’ambito di Marmomac meets Academies che da anni, sotto la guida dell’architetto e docente Giuseppe Fallacara, indaga sulle applicazioni del materiale litico coinvolgendo una rete di prestigiose università italiane e internazionali.

All’interno di The Plus Theatre, al padiglione 10, Marmomac meets Academies presenta Ceci nʼest pas un fossile, la mostra di progetti e manufatti realizzati grazie al supporto di aziende del settore da giovani creativi appartenenti alle scuole di Architettura, Industrial Design, Accademia delle Belle Arti e Ingegneria in Italia, Francia, Portogallo, Nuova Zelanda, Argentina, USA.

Ceci nʼest pas un fossile pone al centro della riflessione del visitatore il tema del design litico del futuro principalmente focalizzato sullo stretto rapporto tra sapere e saper-fare, tra teoria e pratica, tra manualità artigianale e la tecnologia più avanzata. Tali concetti si materializzeranno nella realizzazione di un allestimento innovativo che mette in scena una ipotetica “bottega” di design del futuro dove coesistono, senza soluzione di continuità, il design computazionale con la fabbricazione digitale e la sapienza artigianale con tutti i relativi strumenti tecnici. La forma di questa “bottega” prende ispirazione dal mondo litico e nella fattispecie dalle conchiglie fossili, contenute all’interno della pietra sedimentaria, che quando vengono tagliate mostrano la caratteristica forma a spirale logaritmica.

L’idea nasce da una similitudine morfologica e concettuale tra la famosa “pipa” di Magritte e il fossile dell’allestimento, entrambi accumunati dalla forma curvilineo/spiraliforme che rimanda metaforicamente a qualcos’altro rispetto alla propria essenza. Nel contrasto tra rappresentazione e realtà si cela il significato della mostra: un fossile è tutt’altro che immobile in una materia inerte, ma al contrario diventa il custode della vita, come lo è stato in vita, per generare azione e creazione.

L’allestimento non è il solo protagonista dello spazio, elaborato nel suo sviluppo tridimensionale e interpretato come un grande origami suddiviso in una miriade di preziosi frammenti triangolari. Al suo interno ci saranno anche i giovani studenti che, oltre ad aver progettato le opere in collaborazione con le aziende del settore lapideo, saranno impegnati ad animare il padiglione durante tutti i giorni della fiera.

(Riproduzione riservata)

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