Un documentario di Loic Prigent celebra gli 80 anni della maison Balmain

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Balmain prosegue con le celebrazioni per il suo 80/o anniversario con un documentario esclusivo di Loïc Prigent, che segue la mostra “One Night, Eight Decades” a New York e la sfilata SS26 a Parigi. Il titolo del documentario che viene trasmesso sul canale Youtube del regista e produttore specializzato in film sul dietro le quinte delle sfilate, è Le Creation de la Maison Balmain.
Il filo conduttore degli 80 anni di storia di Balmain fu dispiegato per la prima volta il 18 settembre 1945, giorno in cui Pierre Balmain svelò la sua prima collezione di haute couture nel Salon de la Rotonde dello stesso storico edificio parigino che ancora oggi ospita la sede della maison, al 44 di Rue François. Poco prima della sua sfilata di debutto, in alcune lettere alle amiche Gertrude Stein e Alice Toklas, Balmain condivise le sue paure e i suoi sentimenti, definendosi “giovane couturier di una Francia liberata”. La sua visione audace e sofisticata emerse nel dopoguerra, mentre la Francia e Parigi anelavano a un futuro di rinascimento e ricostruzione. Questa forza motrice era incarnata dal nuovo modo di Balmain di vestire le donne nel loro viaggio di empowerment e trasformazione.
Il regista e produttore Loïc Prigent dedica un documentario esclusivo a quella giornata epocale e a quella premier défilé così ricca di storie e significati, riportandoci alle origini di un’impresa ambiziosa e straordinaria. Una missione costruita con mezzi molto modesti, ma alimentata da uno spirito visionario e pionieristico che avrebbe continuato a definire l’estetica di Balmain per tutti i decenni a seguire, creando un dialogo perenne tra tradizione, innovazione e modernità. Parte delle celebrazioni per l’80/o anniversario della maison inaugurate con la mostra “One Night, Eight Decades” al Printemps di New York e la sfilata durante la settimana della moda di Parigi il documentario di Prigent offre un  suggestivo viaggio attraverso immagini, ricordi e testimonianze di un’epoca leggendaria che ha cambiato per sempre il corso della moda. Per la prima volta, archivi inediti dei primi anni
della Maison Balmain vengono svelati al pubblico. Con la partecipazione del direttore creativo Olivier Rousteing e della curatrice del patrimonio e storica di Balmain Julia Guillon, il film torna a un passato che risuonerà sempre nel “presente futuro” della maison,
ricordando il coraggio e la passione di Pierre Balmain, sostenuto dall’amata madre Françoise, dalle sue muse, dalle sue prime clienti e dalle sarte e modelle che, in quei giorni febbrili, dormivano persino sul pavimento dell’atelier usando rotoli di tessuto come cuscini.
Non lavoravano solo per costruire una casa di moda; stavano cucendo il tessuto stesso dello splendore ritrovato della Francia. Quello splendore risplendeva nelle creazioni indossate dalle modelle su un doppio podio circolare una novità nel suo genere, che permetteva alle clienti di osservare da vicino, toccare i tessuti mentre si muovevano e
apprezzare ogni piccolo dettaglio. Non sorprende, quindi, che la cerchia di donne straordinarie che adoravano l’arte di Monsieur Balmain includesse Josephine Baker,
Dalida, Brigitte Bardot e Sua Altezza Reale la Regina Sirikit di Thailandia – per la quale disegnò un ampio guardaroba per un tour statale di 15 paesi nel 1960 – così come altre icone di stile dell’epoca come Marlene Dietrich e Sophia Loren.
L’identità artistica di Pierre Balmain fu il culmine di anni di rigoroso apprendistato. La sua carriera era iniziata un decennio prima, affinando la sua arte prima da Molyneux
l’epitome dell’eleganza degli anni ’30 e poi da Lucien Lelong, insieme a Christian Dior.
Questa consolidata competenza, forgiata in una delle principali case di moda parigine ha trovato il suo culmine in una collezione di debutto che ha ricevuto un enorme successo
da parte della stampa e del pubblico. Era un esempio di una tensione unica tra opulenza
e sobrietà, accuratamente distribuita in base all’andamento della giornata, dagli abiti da mattina agli abiti da cocktail e da sera.
È stata una celebrazione della bellezza, dei sogni e della speranza che rinasce dalle ceneri del conflitto. Era un’espressione di finezza, distinzione e architettura fluida, di un’eleganza parigina che abbandonava le silhouette rigide e uniformi, trasformando metri di tessuto in abiti sublimi, contorni ampi e giacche lunghe (precursori degli iconici modelli Jolie Madame)
ispirate all’abbigliamento vareuse dei pescatori bretoni. Nel 1946, Alice Toklas pubblicò un manifesto estetico che contribuì a ripristinare il ruolo di Parigi come capitale mondiale
della moda. Nelle parole dell’autrice: “Fu allora, un giorno dello scorso settembre, che Pierre Balmain presentò la sua prima collezione e che improvvisamente apparve
una nuova comprensione di cosa dovesse essere la moda”.
Con questo autorevole trattato, una delle voci principali dell’avanguardia culturale e intellettuale dell’epoca assicurò l’eterna eredità dello stilista, consacrandolo come
architetto indiscusso e vero creatore del Nuovo Stile Francese.

(Riproduzione riservata)

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